La storia

Una pagina della storia: 

La Rosa di Pietra

Nel cuore delle Terre Fiorite, tra le dolci colline che profumano di lavanda e ginestre, Comune d’Esempio custodisce una leggenda che affonda le sue radici nel Medioevo e che ancora oggi ispira simboli e tradizioni: la storia della Rosa di Pietra.

Il segreto del Monastero sul Colle

Era l’anno 1274. In un’epoca di lotte tra famiglie nobili e contese tra piccoli feudi, su un colle poco distante dall’attuale centro storico sorgeva il Monastero di Santa Fiora, un luogo di pace, studio e coltivazione delle erbe officinali. Si dice che le suore benedettine del convento, guidate da una certa Sorella Agnese, avessero scoperto un metodo per creare pigmenti floreali resistenti al tempo, usati per miniature, tessuti e affreschi.

Ma ciò che le rese leggendarie fu un miracolo artistico: una piccola rosa scolpita nella pietra arenaria, tanto perfetta e dettagliata da sembrare viva. Nessuno scultore aveva mai confessato l’autore della meraviglia. La rosa fu incastonata nella facciata del chiostro e da allora prese il nome di Rosa di Pietra.

La Rosa scompare… e ritorna

Nel 1441, un fulmine colpì il monastero. Le cronache raccontano che tra le rovine, la rosa scomparve. Il borgo visse anni di oscurità, tra carestie e invasioni. Ma nel 1642, durante il restauro della chiesa madre di Comune d’Esempio, la Rosa ricomparve misteriosamente nel muro dell’abside, ancora intatta. Da allora divenne emblema di rinascita, scolpita su porte, fontane e insegne.

Un simbolo ancora vivo

Oggi, la Rosa di Pietra è simbolo ufficiale del Comune. Ogni primavera, in occasione della Festa delle Rose Silenti, gli abitanti decorano vicoli e balconi con centinaia di rose di carta, e si tiene una rappresentazione teatrale che rievoca l’episodio del monastero perduto. Una copia fedele della scultura è visibile nel Museo Civico Digitale, mentre l’originale — dicono — resta ancora nascosta, a proteggere il cuore antico del borgo.